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la foto di fondo

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo, agosto 2011


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martedì 15 maggio 2012

Il mio viaggio è stato un gioco. Riflessioni sul gioco dei sedici animali di Enzo Mari


2 post pubblicati:
7 post per la parte riguardante il post in oggetto, Enzo Mari ed il gioco per Danese. 
valida e singolare l'invenzione delle "matitine pensanti", ottimo spunto già in passato apprezzato, pubblicato, valutato e qui riportato e di nuovo molto piacevole nell'insieme, ma non rivalutabile.


Tra gli autori studiati durante il corso di Design, Enzo Mari forse è quello che mi incuriosisce maggiormente.


Trovo che la sua produzione si componga di oggetti semplici, puri, facili, non perché privi di complessità ma perché chiari strutturalmente e formalmente.
L’oggetto semplice impedisce di trovarsi tra le mani un significato ben preciso e permette invece, la capacità di dare nuove funzioni e inesauribili spunti da parte di chi lo riceve.
Il gioco dei sedici animali, prodotto nel 1957, messo poi in produzione dall’azienda Danese, ne è un esempio.
E’ formato da sagome ritagliate con un solo taglio continuo, in un’unica lastra di legno di uno spessore che permetta progressive relazioni di gioco.
Si tratta di una scomposizione in puzzle dell’universo naturale, mondo degli animali o dei pesci.
Ogni frammento del puzzle ha la sua vita autonoma che resterebbe incompleta se però non si incontrasse con gli altri. Questo sta a significare una sorta di fratellanza tra animali e tra pesci, creando una matrice dalla quale questi vogliono scollarsi e a cui vogliono tornare dopo l’avventura nelle mani del bambino.
Ma l’aspetto che più mi colpisce oltre alla genialità della composizione dell’oggetto è il ragionamento che vi è dietro. 

Come già studiato nelle mie riflessioni sul gioco delle favole, anche in questo caso il tema del gioco per bambini non vuole rappresentare una tipologia definita, né intende essere una dimostrazione di metodo applicata al gioco e all’infanzia, semplicemente si tratta di un impegno etico e didattico da parte dell’autore basato sulle arti e sulla chiarezza e la qualità dell’illustrazione.


Il gioco si rivolge a bambini in un età in cui non sanno ancora leggere, per i quali il valore pregnante dell’immagini assume il significato di un alfabeto dei segni.
E’ per questo che Mari ricerca attraverso le immagini il massimo del significato che la forma possa esprimere, rifiutando un approccio descrittivo ma giocando su elementi sufficienti a rendere riconoscibile la figura e ad accoglierne i caratteri individuali, per esempio ogni animale è individuato da elementi di caratterizzazione ( le gobbe del cammello, il collo lungo della giraffa).
Ho realizzato un approccio a tale metodo realizzando dei disegni, chiari e semplici per parlare della Sezione Aurea.
Descrivere attraverso delle immagini, dei disegni dei concetti complessi è stato per me una sorta di gioco.
Un fumetto di una matita in viaggio, raccontava le sue esperienze alla scoperta del mondo delle proporzioni.
Credo che oltre ad un metodo di rappresentazione per noi adulti, il fumetto delle matite, come il gioco delle favole e quello dei sedici animali, potrebbe catturare la fantasia e la voglia della scoperta di un bambino, di come la bellezza aurea si trovi nelle cose che più ci circondano quali gli elementi naturali, fino agli oggetti di design. In questo modo si imparerebbero nuove cose, divertendosi.



Prendendo spunto dal metodo di Mari, nel mio fumetto, le parti descrittive del sono ridotte al minimo. La matita esprime succinti concetti, il tutto comunica attraverso degli schemi.
Il resto è demandato alla fantasia e alla ricerca del lettore.

“Un giorno, dunque, mi faccio venire la folle idea di realizzare un puzzle con 16 animali, tutti diversi e riconoscibili a prima vista (…), che s’incastrino perfettamente l’uno con l’altro. Un progetto, come mi campita sempre, molto lungo e complicato….”
ENZO MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011, pag.36








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