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la foto di fondo

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo, agosto 2011


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sabato 19 maggio 2012

**** L'universo di Gio Ponti

 2 post pubblicati:
GP è senz'altro espresso, ma la parte integrativa taglia di netto il ragionamento del post su tutt'altro argomento: ES ed il pack su ES.
Qui apprezzo di nuovo la locandina-pack. ma complessivamente si è andati fuori tema.
zero post.
“Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte.”

 
Così scriveva Gio Ponti, primo celebrato architetto italiano dal successo globale. E’ un fatto che Ponti sia stato un grande architetto, un accanito animatore, uno spirito libero curiosamente inserito nel mondo pratico e concreto dell’industria e dell’imprenditoria. Ponti si muoveva con estrema libertà all’interno delle varie discipline: pittura, grafica, design, architettura, editoria, arti applicate erano praticate con grande disinvoltura e passione. Con il suo atteggiamento è forse l’autore più rappresentativo di quel processo progettuale volgarmente chiamato “Dal cucchiaio alla città” alla ricerca appunto di una metodologia progettuale applicabile a diversi oggetti, dal grattacielo alla maniglia.
L’esperienza di entrare a conoscere il suo lavoro può avvicinarsi a quella di un labirinto, dov’è inevitabile trovarsi dinanzi molte strade e non sapere quali prendere, perché tutte importanti e stimolanti, con il risultato finale di perdersi. La sua produzione è talmente plurale, quasi un caleidoscopio, che tutte le componenti poetiche accrescono la suggestione di un’interpretazione infinita.


Gio Ponti oltre a essere uno dei primi architetti globali del Novecento, è anche un designer riconosciuto a livello internazionale, quanto un noto teorico e critico dell’architettura.
Alla sua curiosità e al suo genio si devono le nascite della rivista Domus nel 1928 e della storica pubblicazione Stile, come un largo impegno nella ricerca dei legami tra l’architettura e le arti, compresa la loro promozione ed esposizione, che portò alla creazione della prima mostra Triennale di Milano nel 1933.
Gio Ponti definiva vera e propria “vocazione”quella di disegnare mobili. Ha disegnato moltissimi oggetti nei più svariati campi, arredi per uffici e spazi pubblici come la Poltrona serie Dezza, produzione Frau New Line, 1966 e complementi per edifici prestigiosi come il Palazzo Montecatini a Milano (1936-38). L’amore per i materiali è uno degli aspetti che hanno caratterizzato la progettazione dei mobili di Ponti. La capacità di amare contemporaneamente materiali tradizionali (marmo, legno, carta, tessuti, ceramica) e quelli nuovi (cristallo, materie plastiche, alluminio) dava a Ponti la possibilità  di operare nuove esperienze  dall’architettura all’arredamento, dall’artigianato all’industrial design. La produzione di mobili e oggetti è accomunata da una figurazione semplificata elegante e equilibrata: si tratta di un classicismo che possiamo ricondurre ad una scelta etica prima ancora che estetica.
“L’ aspetto classico” deriva dal suo temperamento e dalla sua formazione culturale. Ma “classico” è l’oggetto che Ponti riconosce come oggetto che resiste al tempo, quindi oggetto che non segue uno stile.
Superleggera,Cassina (1952-57)
La sedia Superleggera” per Cassina (1952-57) sembra essere la cosa meglio riuscita in questo senso, “è la sedia di sempre” dice Ponti, una “sedia-sedia”, forte, economica, così chiamata perché composta da una struttura esile e molto leggera in legno di frassino. Nonostante le apparenze la sedia è molto leggera grazie all’ampia distanza tra le gambe. Tra le particolarità: lo schienale che si curva nella parte superiore per accogliere il corpo seduto e la seduta realizzata con un materiale inusuale, la canna d’India, tipico della sedia  di Chiavari, risalente al primo Ottocento, cui Superleggera si ispira. Una sedia quindi dalla lunga storia. Nasce già come “Leggera  nel 1951 e nel tempo le sue sottili sezioni verranno sempre più alleggerite da Ponti fino a dar vita, appunto, nel 1957 alla Superleggera, icona del design contemporaneo.
Sedia Livia,1937
 Insieme alla Superleggera anche Sedia Livia emerge per le sue qualità di praticità e maneggevolezza. Disegnata per gli Uffici dell’università di Padova nel 1937, con la sua struttura in faggio massiccio, sedile in compensato tinto o laccato in diversi colori,  è una sedia perfetta e di un classicismo senza tempo, destinata all’uso quotidiano.
Nel suo lavoro Ponti non dimentica mai la serie. Nel definire pezzi unici straordinari già elabora soluzioni ugualmente poetiche ma tecnicamente e dimensionalmente realizzabili per uso allargato, immaginando un mondo nuovo per l’artigianato all’interno dell’industria, come elaboratore di preziose pre-serie o addirittura di prototipi per una produzione più massiva. Oggetti d’uso quotidiano come le Posate Sambonet  progettate da Gio Ponti e in produzione dal 1932, il cui design innovativo all'epoca della loro introduzione sul mercato è straordinariamente attuale anche oggi grazie al magistrale equilibrio formale di ciascun singolo pezzo.
E’ nell’oggetto di grande serie che si cela la sua forte ricerca della vera forma. 


Per Ponti Il ricostruire la purezza originale del rapporto tra forma e funzione non deriva quindi dalla funzionalità, ma deriva da una vera e propria nostra esigenza di critica estetica e di civiltà intellettuale …, per necessità mentale di riportare gli oggetti a quella che avrebbe dovuto essere la loro forma vera originaria, di ricondurli al rapporto armonico tra forma e funzione..”




Macchina da cucire Visetta per Visa,1949

 Macchina per il caffè Pavoni , 1948

Ponti si sentiva attratto verso quel disegno industriale che esprimeva questi principi, che egli stesso manifesta attraverso le opere di design come la Macchina da cucire Visetta per Visa, 1949 e quella del caffè, disegnata per la Pavoni nel 1949 che deve la sua novità assoluta di immagine al ribaltamento dell’asse della caldaia cui si associa la sincerità funzionale del serbatoio cilindrico e lo slancio aggressivo dei tubi d’uscita del vapore in un dinamismo rutilante.


E’ la fantasia che accompagna Gio Ponti nella progettazione dei suoi oggetti.


Io credo che ogni mobile, pur essendo sempre funzionale deve interessare la fantasia  di chi lo disegna e di chi lo guarda”.

E di fantasia Ponti ne ha avuta tanta!Non solo nella definizione dei suoi oggetti ma anche negli aspetti decorativi e nell’uso del colore, componente sempre attiva nelle sue produzioni. Le linee sobrie e sottili, i giochi e le fantasie dei suoi segni, compongono le superfici dello spazio.  Gio Ponti amava procedere « per superfici » - dal mobile al pavimento, alla facciata, e il « suo » colore era, sopratutto, il « colore unico », alternato al bianco. Il bianco compare sempre in Gio Ponti : il bianco gli da modo di giocare sul positivo/negativo, e così « alleggerire », come egli amava, la superficie stessa.
Con le forme e il colore Gio Ponti animava spazi interni ed esterni come le piastrelle in ceramica disegnate per gli alberghi Parco dei Principi a Sorrento e a Roma.
Ponti utilizza moltissimi materiali, ma quello attraverso cui esprime al meglio il suo estro creativo e il gioco di forme e colori è la ceramica!Ponti ha rivestito, infatti, un ruolo molto importante nello sviluppo e rinnovamento nel settore della ceramica e della porcellana di qualità.

Ceramiche disegnate per Richard-Ginori.
Nel 1923 inizia a collaborare con la Richard-Ginori, di cui fu direttore artistico fino al 1930, progettando ceramiche decorate con disegni preziosi di ispirazione classica. Ponti è senza dubbio una delle figure centrali del gusto déco non soltanto in Italia.
Nei pezzi disegnati per la manifattura Richard-Ginori le forme non sono mai banali e i decori mostrano scene e piccole figure nelle quali la citazione archeologica, l’eleganza neoclassica, l’ispirazione palladiana è sempre unita alla levità e all’ironia.

Il colore pervade non solo le superfici ma anche gli oggetti come i coloratissimi piatti della collezione  "Fantasia Italiana" per Ceramiche Franco Pozzi, 1967 e i Tessuti.

Gio Ponti. Stoffa Estate, Manifattura Jsa. 1957   
Stoffa Balletto alla Scala per Manifattura JSA , 1950


Questo mondo intenso di colori, geometrie, sobrietà ed eleganza mi ha colpita in modo particolare. Gio Ponti è stato un grande artista, e di lui ho apprezzato molto non solo il suo stile, semplice ed elegante, ma anche il suo pensiero, la sua visione verso la ricerca della vera forma dell’oggetto, l’utilizzo appassionato dei materiali senza differenza di valori ed in particolar modo ha suscitato in me molta curiosità e interesse la sua passione verso le superfici colorate e le ceramiche. La sua purezza nella forma e nel colore mi hanno ricondotta immediatamente ad un altro grande designer Ettore Sottsass, che ho avuto modo di studiare questo anno.
Per Sottsass colore non è un'invenzione artificiale, ma esso è il cosmo stesso.” Un cosmo ricco di forme, linee, colori che penetrano le superfici e le compongono. Così come fa Ponti con le sue piastrelle colorate! Le utilizza per rivestire pavimenti, pareti, così che non c’è differenza tra una superficie e l’altra. Anche Sottsass come Ponti ha prodotto molte ceramiche utilizzando la tecnica degli smalti,  perfetta per esprimere l’estro creativo e l’unicità del suo design. E’ proprio dallo studio di alcuni schizzi di Sottsass sulla tecnica degli smalti che prende avvio il mio progetto di Packaging. Mi ha molto entusiasmata l’idea di poter racchiudere ed esprimere attraverso un oggetto una piccolissima  parte della vita di Ettore Sottsass.Ciò che secondo me meglio lo rappresenta sono i suoi colori! Per  questo ho scelto di rivestire per intero il mio packaging con alcuni disegni di smalti da lui proposti. Le forme così si rincorrono, i colori compongono le facce e caratterizzano gli oggetti.
Il Design diventa colore!

Riferimenti bibliografici:
Ugo La Pietra, Gio Ponti, ed. Rizzoli,Milano 1988   pgg. VII-XII, XIX

Link riferimento testo:
http://www.digitmedia.it/new/luniverso-creativo-di-gio-ponti-alla-triennale-di-milano/

http://www.internimagazine.it/magazine/interiors-architecture/il-caleidoscopio-ponti

http://www.giopontiarchives.org/Cornice/Gallerie%20foto/018%20P.Principi%20Sorrento/ill018.html
Link riferimento immagini:

http://www.classicdesign.it/productDetails_lng-0-product-68-category-3-Sedia%20Livia%20Gio%20Ponti%20Sedie%20design%20classico.html

http://www.giopontiarchives.org/Cornice/Gallerie%20foto/014%20Krupp/ill014.html

http://www.nannimagazine.it/articolo/7963/gio-ponti-e-la-ceramica-l-ironia-sospesa-di-un-maestro-architetto

http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2011/06/fascination-for-ceramics-mostra-della.html
 

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